Il ricorso all’ipotermia non è da considerare una strategia neuroprotettiva primaria nei pazienti con gravi lesioni traumatiche cerebrali. È quanto emerge dalle conclusioni del National acute brain injury study: hypothermia II (Nabis: H II), studio randomizzato e multicentrico condotto da un’équipe statunitense e canadese coordinata da Guy L. Clifton, del centro di ricerca neurologica Vivian L. Smith – dipartimento di Neurochirurgia – university of Texas medical school a Houston. La ricerca ha coinvolto, tra dicembre 2005 e giugno 2009, 232 pazienti con gravi traumi cerebrali ricoverati in uno di sei centri, tra Usa e Canada, entro 2,5 ore dall’incidente. I pazienti, con danni cerebrali non penetranti, non responsivi e di età compresa tra 16 e 45 anni, sono stati assegnati in modo randomizzato a ipotermia o normotermia. I soggetti sottoposti a ipotermia sono stati portati a una temperatura di 35°C fino a che l’accertamento del trauma è stato completato. I pazienti che non presentavano alcun criterio appartenente a un secondo set di criteri di esclusione sono stati raffreddati fino a raggiungere la temperatura di 33°C per 48 ore e poi gradualmente riscaldati o trattati a temperatura corporea normale, in base al trattamento assegnato inizialmente. Tutti i pazienti sono stati randomizzati mediamente 1,6 ore dopo l’incidente: 119 in trattamento ipotermico e 113 in normotermia. Novantasette pazienti (52 nel gruppo ipotermia e 45 nel gruppo normotermia) non hanno soddisfatto alcun criterio del secondo set di criteri di esclusione. Il tempo medio a una temperatura di 35°C per i 52 pazienti nel gruppo ipotermia è stato di 2,6 ore e 4,4 ore a 33°C. L’outcome è risultato negativo (disabilità severa, stato vegetativo o morte) in 31 dei 52 pazienti nel gruppo ipotermia e in 25 dei 56 pazienti nel gruppo normotermia (rischio relativo 1,08). Dodici pazienti nel gruppo ipotermia sono deceduti mentre l’evento fatale si è verificato in 8 pazienti del gruppo normotermia (rischio relativo 1,30).
Lancet Neurol, 2010 Dec 17. [Epub ahead of print]
Tags: News, Rianimazione
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