Alcuni pazienti che vanno incontro ad arresto cardiaco fuori dall’ospedale possono presentare senso di soffocamento, ma ciò non deve trattenere i testimoni dal praticare la compressione toracica: la fase iniziale di questo fenomeno dura solo pochi minuti, ma offre le migliori possibilità di successo per i tentativi di resuscitazione, consentendo al paziente di sopravvivere al ricovero. Il senso di soffocamento, anche riportato da fenomeni quali affannamento, difficoltà di respirazione o altri elementi collaterali, è un segno di perfusione cerebrale scarsa ma marginalmente adeguata: il paziente sdraiato su cui si inizia la resuscitazione cardiopolmonare tende a volte ad alzarsi improvvisamente, ma questo non significa che bisogna interrompere l’operazione, ma piuttosto che bisogna continuare in quanto essa sta sortendo effetto. (Circulation online 2008, pubblicato il 24/11).

Tags:

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.