• Contrordine su marijuana, aiuta memoria e contrasta Alzheimer
  • Cgil, Fazio cancella esclusività rapporto fra medici e Ssn
  • Fazio, con riforma libera professione anche primari obbligati a visite
  • BPCO: macrolidi limitano riacutizzazioni
  • In G.U. il nuovo contratto
  • Epicondilite laterale: shockwave inefficace

Contrordine su marijuana, aiuta memoria e contrasta Alzheimer

Roma, 19 nov. (Adnkronos Salute) – Contrordine sulla marijuana: aiuterebbe la memoria contrastando l’Alzheimer. Ecco perché, secondo i ricercatori della Ohio State University che hanno condotto uno studio presentato al meeting della Society for Neuroscience, oggi a Washington, una strada da battere è quella della ricerca di nuove molecole in grado di riprodurre alcune proprietà della cannabis, con l’obiettivo di prevenire o ritardare l’arrivo della malattia ‘brucia memoria’. Sebbene non si conoscano le cause alla base di questa patologia, infatti, è lecito pensare che l’infiammazione cronica del cervello contribuisca alla perdite di ricordi. E la marijuana, dalla sua parte, avrebbe proprio la capacità di ridurre tale infiammazione, oltre a contribuire alla formazione di nuove cellule cerebrali.In barba ai pregiudizi, dunque, i ricercatori statunitensi promuovono la cannabis: “Tutto quel che fa bene al cervello – afferma senza troppi giri di parole Gary Wenk, a capo dello studio – non deve essere considerato immorale”. Wenk e il suo team hanno già dimostrato che il tetraidrocannabinolo, agente psicoattivo presente nella marijuana, riprodotto in una versione sintetica aiuta la memoria negli animali. Ora i ricercatori statunitensi stanno compiendo il passo successivo: capire esattamente come funziona e in che modo questo agente opera sul cervello. Un precedente studio su ratti, del resto, aveva già dimostrato che ben tre recettori cerebrali vengono attivati da una sostanza sintetica che lavora come la cannabis. Si tratta di recettori legati al sistema endocannabinoide, coinvolto nella memoria, ma anche in processi fisiologici che regolano l’appetito, l’umore e la percezione del dolore. “Non stiamo certo dicendo alle persone che hanno casi di Alzheimer in famiglia di fumare marijuana – chiarisce Wenk – ma siamo a lavoro per comprendere se vi sono alcune proprietà di questa sostanza che possono essere riprodotte in farmaci legali per contrastare la perdita di memoria. E’ una speranza reale”.

Cgil, Fazio cancella esclusività rapporto fra medici e Ssn

Roma, 3 nov. (Adnkronos Salute) – “Anziché confermare la scadenza del 31 gennaio 2009, quale data ultima per far rientrare nelle Asl l’attività liberoprofessionale ancora svolta fuori dalle aziende sanitarie, si pensa di autorizzare tutti i medici a svolgere libera professione all’esterno delle Asl, cancellando l’esclusività del rapporto fra medico e servizio pubblico”. Un’iniziativa con cui “viene meno l’idea di Ssn come bene pubblico”. È quanto rileva il responsabile delle Politiche della salute della Cgil nazionale Stefano Cecconi, commentando l’annuncio fatto dal sottosegretario con delega alla Salute, Ferruccio Fazio, di un’ennesima modifica alle norme che regolano l’attività liberoprofessionale dei camici bianchi.”Mentre è chiaro che in questo modo si favoriscono i medici che operano fuori dalle Asl”, allo stesso tempo “non si capisce quale sarebbero i vantaggio per i cittadini evocati da Fazio”, il quale, secondo Cecconi, “sostiene che così i medici saranno obbligati a svolgere la stessa quantità di prestazioni pubbliche e in privato. Ma questo – ricorda – è già previsto dalla Legge 120, approvata il 7 agosto 2007, con misure che dovevano entrare in vigore entro gennaio 2009. Anzi la legge è più severa: impone gli stessi tempi di attesa tra attività pubblica e attività libero professionale; proprio per fare in modo che questa non sia per molti cittadini, come troppo spesso accade oggi, una scorciatoia obbligata, e a pagamento, per sfuggire alle lunghe liste di attesa o alle disfunzioni del servizi, ma diventi davvero una scelta libera”. Così, precisa il dirigente sindacale, “invece di applicare rigorosamente questa norma, il Governo la modifica: premiando l’attività privata svolta al di fuori delle Asl ed eliminando l’esclusività di rapporto del medico con il servizio pubblico. Viene meno così l’idea di servizio sanitario come bene pubblico – ribadisce – in cui l’interesse del cittadino viene prima di quello, per quanto legittimo, di chi esercita una professione”. “Nessuno vieta ai medici di fare libera professione extramoenia – prosegue il sindacalista – ovvero esclusivamente fuori dall’azienda, ma deve essere chiaro che non possono godere dei vantaggi, anche economici, che dà l’esclusività di rapporto con il servizio pubblico”. “E’ l’esclusività del medico con il servizio pubblico che doveva, e deve, essere adeguatamente compensata. Il sottosegretario – conclude Cecconi – ha dichiarato di essere aperto a suggerimenti del mondo politico e professionale: è un fatto positivo, anche se è evidente che l’argomento oltre a essere valutato dai professionisti interessati, deve essere oggetto di un ampio confronto, perché le scelte che si assumeranno riguardano milioni di cittadini”.

Fazio, con riforma libera professione anche primari obbligati a visite

Roma, 31 ott. (Adnkronos Salute) – Un binario unico per i camici bianchi del Ssn: pubblico e con la libera professione senza vincoli. L’indennità di esclusiva – ad oggi garantita solo ai medici ‘fedeli’ al Ssn – sarà in busta paga per tutti, anche per chi opta per uno studio privato da affiancare al lavoro svolto in corsia. Si torna al passato, dunque, ovvero ai tempi che hanno preceduto la riforma dell’ex ministro della Sanità Rosy Bindi. Con “una sostanziale differenza tuttavia”, assicura all’ADNKRONOS SALUTE il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio, promotore della ‘rivoluzione’, che potrebbe essere contenuta in Finanziaria: “il lavoro svolto in studio non deve essere superiore, per orari e numero di prestazioni, a quello esercitato in ospedale”. Così, anche i primari “saranno obbligati all’attività clinica”, dunque a visite e prestazioni durante l’orario in cui lavorano nelle strutture pubbliche, “perché è cosa nota – fa notare il sottosegretario – che spesso questi luminari visitano solo privatamente”. A vigilare sul ‘monte lavoro’ dei camici bianchi in corsia e fuori – assicurando che tempi e volumi delle prestazioni erogate in studio non siano superiori a quelle prestate nel pubblico -”sarà l’Agenas, l’Agenzia per i servizi sanitari nazionali, insieme alle Regioni, di cui viene fatta salva l’indipendenza, ovviamente”. Quanto ai costi di una misura “che potrebbe essere inserita con un emendamento già in Finanziaria 2009, anche se una decisione in tal senso non è ancora stata presa – precisa Fazio – attualmente il 95% dei medici percepisce l’indennità di esclusiva: si tratterebbe dunque di estendere questa voce al rimanente 5% dei camici bianchi”. Per i nuovi ingressi, invece, “l’indennità scatterebbe in automatico. Ci vorranno un paio di anni – calcola il sottosegretario – prima che tutti i medici del Ssn siano messi a regime, e dovremo decidere come gestire la fase transitoria. Il costo comunque si aggirerebbe, stando ai nostri calcoli, a circa 70 milioni di euro”. Fazio rinvia al mittente, poi, le accuse di ‘fughe’ dei medici dalle corsie, troppo impegnati nei loro studi. “Il meccanismo da noi studiato – assicura – è una garanzia in tal senso. Il medico viene ancorato al lavoro in ospedale ancor più di quanto non abbia tentato di fare la Bindi con la sua riforma. Ma parallelamente verranno motivati, riconoscendo la loro dignità di rofessionisti”.

BPCO: macrolidi limitano riacutizzazioni

L’uso a lungo termine di macrolidi risulta efficace nel ridurre le riacutizzazioni della BPCO. Queste ultime, se frequenti, sono una delle principali cause di ricovero ospedaliero e mortalità e sono associate ad un aumento del grado di infiammazione delle vie aeree. I macrolidi hanno un’azione anti-infiammatoria a questo livello, e risultano ben tollerati anche per un anno consecutivo. Se comunque si trattasse del solo beneficio dei macrolidi per questi pazienti, questa terapia sarebbe indicata solo per un ristretto gruppo di soggetti ad alto rischio di riacutizzazione, anche se ciò su scala globale potrebbe significare diversi milioni di pazienti. Purtroppo, in questo scenario, la comparsa diffusa di resistenze ai macrolidi sarebbe praticamente scontata, con conseguente riduzione dell’utilità antimicrobica di questa classe di farmaci. Si tratta dunque di un dilemma che non presenta facili risposte. (Am J Respir Crit Care Med. 2008; 178: 1098-9 e 1139-47).

In G.U. il nuovo contratto

Riguarda il periodo che va dal primo gennaio 2006 al 31 dicembre 2009 per la parte normativa, ed è valido dal primo gennaio 2006 fino al 31 dicembre 2007 per la parte economica
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 3 novembre il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro della dirigenza medico-veterinaria del Ssn, dopo l’accordo sottoscritto il 17 ottobre scorso dai sindacati di categoria e dall’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni). Il contratto riguarda il periodo che va dal primo gennaio 2006 al 31 dicembre 2009 per la parte normativa, ed è valido dal primo gennaio 2006 fino al 31 dicembre 2007 per la parte economica. “Gli effetti giuridici – si legge all’articolo 2 del contratto pubblicato in Gazzetta – decorrono dal giorno successivo alla data di stipulazione, salvo diversa prescrizione, e i contenuti economici e normativi sono applicati dalle aziende ed enti destinatari entro trenta giorni dalla data di stipulazione”. Le parti hanno inoltre stabilito che, “alla scadenza, il contratto si rinnova tacitamente di anno in anno qualora non ne sia data disdetta da una delle parti con lettera raccomandata almeno tre mesi prima di ogni singola scadenza. In caso di disdetta, le disposizioni contrattuali rimangono in vigore fino a quando non siano sostituite dal successivo contratto collettivo”. Oltre a quello dei medici, è pubblicato in Gazzetta Ufficiale anche il contratto collettivo nazionale di lavoro del personale della dirigenza sanitaria, professionale, tecnico e amministrativa del Servizio sanitario nazionale. Accordo anche questo siglato il 17 ottobre, e relativo al quadriennio normativo 2006-2009 e al biennio economico 2006-2007.

Epicondilite laterale: shockwave inefficace

Il trattamento shockwave extracorporeo (ESWT) non è efficace nel trattamento dell’epicondilite laterale, altrimenti nota come “gomito del tennista”: attualmente dunque non vi è posto per l’ESWT ecoguidata nella gestione di questo disturbo. Il confronto di questa strategia con il placebo non ha fatto riscontrare alcuna differenza in termini di esiti o di effetti collaterali ne’ dopo sei settimane ne’ dopo sei mesi. I dati disponibili derivanti da studi di alta qualità con bassi margini d’errore e da revisioni sistematiche devono ancora dimostrare che lo shockwave sia una terapia di una qualche validità. (J Rheumatol 2008; 35: 2038-46).

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