Sono stati identificati 11 fattori di rischio di esiti negativi nei pazienti endoarteriectomizzati. La rivascolarizzazione carotidea rappresenta un compromesso nel tempo: le nuove procedure endovascolari per il trattamento della stenosi della carotide interna con l’angioplastica stanno crescendo in popolarità, ma sono controverse. Benchè i risultati degli studi randomizzati controllati che paragonano lo stenting alla chirurgia carotidea siano frammisti ed il ruolo appropriato dello stenting sia incerto, esso viene largamente promosso come opzione per i pazienti che vengono considerati ad alto rischio o troppo anziani o malati per essere sottoposti in sicurezza all’endoarteriectomia carotidea. Ciò sottolinea la necessità di dati convalidati empiricamente sui fattori di rischio di mortalità o ictus perioperatori dopo la chirurgia. Fra quanto rilevato, spicca la possibilità che i pazienti asintomatici non siano necessariamente a basso rischio: in presenza di un’anamnesi di distanti malattie cerebrovascolari, essi presentano un rischio superiore di un terzo rispetto alle loro controparti mai andate incontro ad ictus o TIA. Ciò è importante in quanto circa i tre quarti delle endarteriectomie viene effettuato su pazienti asintomatici, che però non rappresentano un gruppo di pazienti omogeneo. (Stroke online 2008, pubblicato il 23/10).

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