Nelle unità di cure palliative colpisce un paziente su due. La costipazione causata dall’azione degli oppioidi (Oic) è uno degli effetti collaterali più comuni che aggrava la situazione di malati già gravi. E ad oggi è senza soluzione.

I palliativisti hanno perfezionato la gestione degli effetti indesiderati, sono riusciti nell’impresa di innalzare la qualità di vita dei pazienti con malattie in fase avanzata, ma non sono riusciti a porre rimedio alla costipazione da oppioidi: un disturbo che non si riesce ad alleviare neanche con l’impiego di farmaci lassativi, inefficaci nel 54% dei casi. “Si tratta di un problema di grande impatto”, ha sottolineato ieri a Milano Franco De Conno, direttore dell’Associazione europea di cure palliative (Eacp). “Oltre a causare un forte disagio personale al paziente, ci costringe a un uso intermittente della terapia oppioide e, nei casi più gravi, a manovre terapeutiche invasive”. Con conseguente riduzione del controllo del dolore e ulteriori complicanze, a cui si aggiungono le spese aggiuntive per il Servizio sanitario nazionale. Nuove speranze su questo fronte sembrano arrivare da uno studio pubblicato sul ‘New England Journal of Medicine’. I ricercatori hanno infatti messo a punto un farmaco che avrebbe dato risultati nella cura della costipazione. La molecola è mirata a contrastare l’effetto degli oppioidi sul tratto gastrointestinale, senza interferire sull’effetto analgesico. Gli esperti italiani, per il momento, non si sbilanciano: “Ma aspettiamo con ansia l’arrivo in Italia di questo farmaco per verificarne l’efficacia”, commenta De Conno.

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