La fibrillazione atriale (Fa) non soltanto è associata al rischio di sviluppare declino cognitivo nell’anziano, ma può anche essere considerata come un fattore di rischio per demenza e depressione, anche in assenza di storia medica di pregressi ictus. Lo rivela uno studio condotto da un’équipe del policlinico Umberto I di Roma (università La Sapienza) coordinata daVincenzo Marigliano. Nella ricerca sono stati coinvolti 26 pazienti con diagnosi di fibrillazione atriale (parossistica, persistente, permanente) e 31 soggetti in ritmo sinusale, arruolati come controlli. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti al Multidimensional geriatric assessment allo scopo di valutarne le funzioni cognitive e comportamentali. L’analisi statistica dei dati ha dimostrato una maggiore frequenza di decadimento cognitivo latente nei pazienti affetti da fibrillazione atriale, anche in assenza di disturbi della memoria. In particolare i pazienti con fibrillazione atriale ottenevano, alla Mini mental state examination (Mmse), punteggi significativamente inferiori a quelli dei controlli in ritmo sinusale e, sulla Geriatric depression scale (Gds), score superiori a quelli dei soggetti senza fibrillazione atriale, evidenziando inoltre un maggiore rischio di depressione. Questi risultati, dunque, dimostrano che nell’anziano esiste un’associazione statisticamente significativa tra fibrillazione atriale, depressione e decadimento cognitivo in fase precoce.

Arch Gerontol Geriatr, 2011 Sep 20. [Epub ahead of print]

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