Il Governo ha varato il decreto che permette il pensionamento anticipato per i lavoratori impegnati in attività usuranti. A questi, dunque, viene riconosciuto uno sconto di tre anni sui requisiti fissati dalle attuali regole previdenziali. Le nuove disposizioni interessano anche le figure professionali del Ssn.
Tra gli aspetti in evidenza, c’è la questione del lavoro notturno, che può essere definito come tale se svolto in turni di almeno sei ore comprensive della fascia tra la mezzanotte e le cinque del mattino. Lo stesso si può dire se l’attività è svolta, in modo ordinario, per almeno tre ore in periodo notturno, e per almeno sette anni negli ultimi dieci anni di lavoro. Perché sia considerata lavoro notturno, la prestazione deve essere svolta per almeno 64 notti l’anno, ma la soglia sale a 78 per chi ha maturato le condizioni per il pensionamento tra il 1° gennaio 2008 e il 30 giugno 2009.
Resta, però, non realizzato quanto indicato dalla legislazione del 1993, che considerava usuranti anche le attività svolte dal personale sanitario addetto al pronto soccorso, alla chirurgia d’urgenza e alla rianimazione. Inoltre, le nuove direttive potrebbero rivelarsi svantaggiose per i medici convenzionati, come ad esempio gli addetti alla guardia medica. «Le pensioni dei medici di continuità assistenziale e di emergenza territoriale sono infatti determinate da un meccanismo contributivo e quindi, in assenza di una compensazione figurativa degli anni non versati, si ridurrebbero notevolmente – spiega Silvestro Scotti, vice segretario della Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg) – Per questo è fondamentale che il Governo preveda dei finanziamenti per compensare il mancato versamento dei contribuiti dei tre anni».

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