Funziona come un interruttore: ordina al cuore di resistere a un carico di lavoro eccessivo, finché il muscolo si sfianca, pompando sempre meno sangue. Dietro il meccanismo dello scompenso cardiaco c’è un particolare enzima: la scoperta arriva dal gruppo di studio del Centro di Biotecnologie dell’Università di Torino. Lo studio si è guadagnato la pubblicazione su Circulation e Molecular Cell.
Finora, dello scompenso era nota gran parte delle cause, come ad esempio la pressione alta, l’infarto, le alterazioni delle valvole. Gli esperimenti in laboratorio condotti su topolini, ma anche le prime indagini diagnostiche sull’uomo, hanno individuato la conseguente attivazione dell’enzima come risposta al danno subito. Un processo che avviene in maniera incontrollata, riducendo la capacità di pompaggio del sangue. Ecco, così, l’idea di bloccare l’enzima: una soluzione che porterebbe il cuore a recuperare gran parte della sua capacità di pompaggio, riportandola a una situazione quasi normale.
La scoperta apre nuove prospettive di cura per lo scompenso, che oggi è tra le prime cause di mortalità nel mondo, e soprattutto nei Paesi Occidentali.

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