Negli studi condotti su popolazioni pediatriche definite, solo raramente sono stati riportati casi di epatotossicità da paracetamolo al dosaggio terapeutico. I case report, tuttavia, suggeriscono che il fenomeno possa presentarsi, ma i dati sono insufficienti per supportare una relazione causale tra danno epatico e paracetamolo. Sono le conclusioni di una revisione sistematica della letteratura, condotta da Eric J. Lavonas e colleghi del Rocky mountain poison & drug center di Denver. Sono stati analizzati 62 studi, per un totale di 32.414 pazienti, che prevedevano la somministrazione di dosi terapeutiche di paracetamolo (=/<75 mg/kg/die per via orale o endovenosa o =/<100 mg/kg/die per via rettale) a una popolazione pediatrica definita per un periodo superiore alle 24 ore, e i case report di danno epatico dopo somministrazione di paracetamolo. Le conclusioni generali confermano la tollerabilità pediatrica del farmaco: nessun bambino ha manifestato segni o sintomi di malattia epatica, non è mai stato necessario ricorrere al trapianto o a un antidoto e non si è registrato alcun decesso. In 10 bambini (0,031%) si sono verificati eventi avversi a livello epatico di entità lieve o grave; i più alti valori di transaminasi riscontrati in questi pazienti sono stati di 600 UI/L, con un punteggio Naranjo pari a 2-3, identificativo cioè di “possibile” nesso causale tra paracetamolo ed epatotossicità. Sono stati inoltre evidenziati 22 case report e in 9 di questi il Naranjo score (punteggio 5-6) ha suggerito una ”probabile” associazione tra impiego del farmaco ed epatotossicità.
Pediatrics, 2010; 126(6):e1430-44
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