L’analisi proteomica delle urine può consentire la diagnosi differenziale non invasiva di nefropatia diabetica. Lo ha dimostrato un’équipe di ricercatori coordinata da Loreto Gesualdo, della divisione di Nefrologia del dipartimento di Scienze biomediche presso l’università di Foggia. È una possibilità di rilievo, tenendo conto che l’insufficienza renale cronica e/o la proteinuria, nei pazienti con diabete di tipo 2, può originare da malattie renali diverse dalla classica nefropatia diabetica in un terzo dei pazienti. Sono stati prelevati 10 microgrammi di proteine urinarie da 190 soggetti (20 sani, 20 normoalbuminurici, 18 diabetici microalbuminurici e 132 con nefropatia documentata biopticamente: 65 con nefropatia diabetica, 10 diabetici con nefropatia non diabetica e 57 non diabetici con nefropatia). I campioni sono stati analizzati mediante microarray proteico con metodi di apprendimento supervisionati. Il modello di classificazione ha identificato correttamente il 75% dei pazienti con normoalbuminuria, l’87,5% di quelli con microalbuminuria e l’87,5% di quelli con nefropatia diabetica. Soprattutto è stato in grado di distinguere la nefropatia diabetica da una malattia renale non diabetica sia nei pazienti diabetici sia in quelli non diabetici. Analizzando i profili proteomici mediante desorbimento/ionizzazione laser assistito da matrice e spettrometria di massa a tempo di volo, inoltre, sono stati identificati i migliori marker predittivi del modello: l’ubiquitina e la beta-2-microglobulina. In conclusione, questo studio dimostra la presenza di una firma proteomica specifica nelle urine che rende possibile l’identificazione dei pazienti con diabete di tipo 2 affetti da glomerulosclerosi diabetica.
Diabetes Care, 2010; 33(11):2409-15
Tags: News, Rianimazione
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