I nuovi utilizzatori di clopidogrel in terapia con inibitori della pompa protonica (Ppi) sono ad aumentato rischio cardiovascolare e di complicazioni gastrointestinali rispetto a chi non fa uso degli antiacidi. Lo dimostra uno studio retrospettivo, condotto dall’équipe di Ofke S. van Boxel, del dipartimento di Gastroenterologia ed epatologia del Centro medico universitario di Utrecht (Olanda) sui dati di 18.139 nuovi utilizzatori di clopidogrel, di cui 5.734 (32%) facevano uso concomitante di Ppi. Questo sottogruppo di pazienti si caratterizzava per un’età significativamente più avanzata, così come per un maggiore ricorso a politerapie e un maggiore impatto delle comorbilità. Lo studio ha assunto come endpoint primario il dato combinato comprendente infarto miocardico, angina pectoris instabile, ictus e/o mortalità per tutte le cause. La terapia con clopidogrel e Ppi è risultata associata a un maggiore rischio di infarto miocardico (rapporto di rischio: 1,93), angina pectoris instabile (1,79) ed endpoint composito (1,75) rispetto alla sola somministrazione di clopidogrel. Inoltre, l’impiego di Ppi comportava un aumento del rischio di eventi gastrointestinali (4,76) a confronto di chi non assumeva gli antisecretori gastrici. Questi risultati – osservano però gli autori – potrebbero essere stati determinati dal profilo cardiovascolare non favorevole dei pazienti in terapia con clopidogrel o anche per effetto di un channeling bias (situazione in cui farmaci con indicazioni simili sono prescritti a gruppi di pazienti con prognosi differenti).
Am J Gastroenterol, 2010; 105(11):2430-6
Tags: News, Rianimazione
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