Il punteggio relativo alla calcificazione coronarica (Calcium score, Cac) – segno di sclerosi subclinica rilevabile mediante Tc – perfeziona la predittività del rischio di eventi cardiaci rispetto ai tradizionali fattori di rischio. Lo sostengono Raimund Erbel, del dipartimento di Cardiologia dell’università di Duisburg-Essen (Germania), e collaboratori, che hanno misurato il Cac e i tradizionali fattori di rischio per coronaropatia (età, genere, pressione arteriosa, colesterolemia) in 4.129 soggetti asintomatici (di età compresa tra 45 e 57 anni). I partecipanti sono stati suddivisi in tre classi di rischio (bassa, intermedia e alta) in base ai criteri del Framingham risk score (Frs) e delle National cholesterol education panel adult treatment panel (Atp) III guidelines. Dopo un follow-up di cinque anni, sono occorsi 93 eventi tra morti coronariche e infarti del miocardio non fatali. Si è notato che i pazienti con Cac elevato presentavano un rischio aumentato di eventi gravi, fino a dieci volte maggiore – se lo score superava il valore di 400 – rispetto a quanti avevano punteggi più bassi. La riclassificazione dei pazienti del gruppo a rischio intermedio a quello basso, se avevano uno score <100, o a quello alto, se era =/>100, ha determinato un miglioramento netto di riclassificazione, rispettivamente, del 21,7% e del 30,6%. In conclusione, l’imaging dell’aterosclerosi coronarica subclinica, in virtù dell’alto tasso di riclassificazione della coorte a rischio intermedio, appare utile soprattutto in quest’ultima tipologia di pazienti.
J Am Coll Cardiol, 2010; 56(17):1397-406
Tags: News, Rianimazione
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