Il Laboratorio di responsabilità sanitaria dell’Istituto di Medicina legale dell’università di Milano, ha analizzato i numeri reali delle autopsie. Sono solo 0,06 i casi al giorno di decesso attribuiti a errori medici dalle analisi autoptiche e non i 90 al giorno di cui si legge sui giornali. Nel mirino il vecchio dato dei «90 morti per errore medico al giorno» ricavato da calcoli approssimativi su pubblicazioni straniere, periodicamente riproposto dalla stampa nazionale e dai dati diffusi una decina di giorni fa dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari, presieduta da Leoluca Orlando. Resta aperto però il problema della fuga delle assicurazioni dalle aziende sanitarie.

Umberto Genovese, direttore del Laboratorio ha presentato a Milano i risultati dello studio sulla presunta malpractice, realizzato prendendo in esame la casistica dell’Istituto di Medicina legale dal 1996 a 2009. «Trasferendo il dato dei 90 morti al giorno al territorio del tribunale di Milano e alla popolazione di circa 2,5 milioni di persone, dovremmo avere 4 morti al giorno per errori medici», spiega Genovese. «A fronte di questo dato, abbiamo deciso di ragionare su numeri incontestabili: quelli delle autopsie richieste all’autorità giudiziaria per sospetta malpractice. Un pacchetto di 14.177 necroscopie, per una media di 1.012 l’anno in cui circa 2 casi su 100 riguardano soggetti il cui decesso si sospetta sia dovuto a malpractice; in media 23 casi l’anno, il 2,72% l’anno nel periodo 1996-2001, saliti a 30 casi l’anno negli anni più recenti, per un totale di 317 casi di sospetta malpractice». Il risultato? «Solo 0,06 autopsie al giorno sono determinate da un sospetto di malpractice contro l’ipotesi di quattro decessi al giorno per errore medico. Sappiamo benissimo che forse non tutti i casi di malpractice arrivano sul tavolo settorio, ma questo non autorizza nessuno a “dare i numeri”».

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