Nei pazienti che hanno ricevuto un cardiodefibrillatore impiantabile (Icd), una terapia con statine si associa a una forte riduzione del rischio di tachiaritmie ventricolari, soprattutto in caso di cardiopatia ischemica. Lo rivela una metanalisi effettuata su sette studi prospettici di coorte, per un totale di 2.278 partecipanti con un follow-up medio di 19,7 mesi. L’elaborazione dei dati raggruppati, condotta da Sony Jacob, cardiologo dell’Harper-Grace hospital di Detroit, e collaboratori, ha dimostrato che il trattamento con gli inibitori dell’HmgCoA reduttasi, nei soggetti portatori di Icd, coincide con una riduzione del rischio (ossia dell’incidenza e delle recidive) di tachicardia o fibrillazione ventricolari pari al 45%; la diminuzione diventa del 54% nei pazienti con ischemia del miocardio. Un’analisi di sensibilità, effettuata esclusivamente su studi di elevata qualità metodologica, ha evidenziato un significativo effetto protettivo delle statine. Da rimarcare che gli autori non hanno notato alcuna evidenza di bias di pubblicazione.
Am J Ther, 2010 Oct 22.
Tags: News, Rianimazione
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