L’ipopotassiemia è un marker predittivo indipendente del rischio di insorgenza di diabete mellito di tipo 2. Resta da chiarire se una modificazione dei livelli sierici dell’elettrolita possano causare una riduzione di tale rischio. È la conclusione di uno studio condotto al dipartimento di Medicina della Johns Hopkins University di Baltimora da un’equipe di ricercatori guidata daRanee Chatterjee. Sono stati analizzati i dati relativi a 12.209 persone coinvolte nello studio di coorte prospettico Aric (Atherosclerosis risk in communities) iniziato nel 1986 e tuttora in corso, comprensivo di un follow-up “di persona” di 9 anni e un follow-up telefonico di 17 anni. Nel corso del primo periodo 1.475 partecipanti hanno sviluppato diabete di tipo 2. All’analisi multivariata è emersa una correlazione inversa tra la potassiemia e il rischio di diabete incidente. Rispetto ai soggetti con livelli sierici di potassio normali o elevati (5,0-5,5 mEq/L), le persone con valori inferiori a 4,0 mEq/L presentavano un rapporto corretto di rischio di 1,64; se la potassiemia era compresa tra 4,0 e 4,5 mEq/L oppure tra 4,5 e 5,0 mEq/L il rapporto di rischio era, rispettivamente, di 1,64 e 1,39. Un rischio aumentato persisteva durante un follow-up aggiuntivo di 8 anni – basato su autovalutazioni dei partecipanti per via telefonica – come evidenziato da un rapporto di rischio compreso tra 1,2 e 1,3 per gli individui con potassiemia inferiore a 5,0 mEq/L. Quanto all’apporto dietetico del minerale, è risultato significativamente associato al rischio di diabete mellito incidente ricorrendo a modelli statistici non corretti, ma non facendo uso dell’analisi multivariata.

Arch Intern Med, 2010; 170(19):1745-51

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