Il rischio di una recidiva di tromboembolismo venoso (Tev) sintomatico varia a seconda dei differenti fattori transitori di rischio: è basso se il Tev è provocato da chirurgia, intermedio se è causato da un fattore di rischio non chirurgico, ed è alto se non è provocato. Questi dati incidono nella decisione di sottoporre i pazienti con Tev a un trattamento a breve termine oppure a tempo indefinito. Sono le conclusioni di una revisione sistematica condotta da Alfonso Iorio, in forza al dipartimento di Medicina interna dell’università di Perugia durante la stesura di questo lavoro e attualmente nei dipartimenti di Epidemiologia clinica e biostatistica della McMaster university di Hamilton (Canada), in collaborazione con le università di Padova, Palermo e Bologna. Nell’analisi sono stati presi in considerazione studi prospettici di coorte e trial randomizzati di pazienti con un primo episodio di Tev causato da un fattore di rischio transitorio e trattati per almeno tre mesi, verificando la comparsa di recidive in intervalli di tempo compresi tra 0 e 12 mesi oppure 0 e 24 mesi dopo la sospensione della terapia. Al 24° mese, il tasso di recidiva è risultato di 3,3% per paziente/anno (11 studi, 2.268 soggetti) per tutti gli individui con un fattore di rischio transitorio, 0,7% nel sottogruppo con fattore chirurgico e 4,2% in quello con fattore non chirurgico. Negli stessi studi, il tasso di recidiva dopo Tev non provocato si è attestato sul 7,4% per paziente/anno. Il rapporto fra il tasso non chirurgico e quello chirurgico è risultato di 3 e, per trombosi non provocate paragonate a un fattore non chirurgico, pari a 1,8 a 24 mesi.

Arch Intern Med, 2010; 170(19):1710-6

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