Una proteina, chiamata P450, sarebbe la nuova attrice identificata nel palcoscenico di fattori che regolano la pressione. Uno studio pubblicato sul Faseb Journal ha dimostrato nei topi che questa proteina, un acido arachidonico metabolizzato nelle pareti dei nostri vasi sanguigni, attraverso la creazione di un’altra proteina spegne i geni responsabili dell’infiammazione vascolare e rilassa i vasi sanguigni abbassando la pressione arteriosa. Una scoperta che potrebbe portare allo sviluppo di nuovi farmaci con nuovi target terapeutici.

La scoperta è stata effettuata utilizzando dei topi di laboratorio geneticamente modificati in modo da avere la proteina umana P450 nelle cellule dei vasi sanguigni, e paragonadoli ad un gruppo di controllo. I ricercatori hanno cosi scoperto che il P450 stimolava la produzione di un’altra molecola: l’acido epoxieicosatrienoico, che a sua volta rilassava i vasi e abbassava la pressione arteriosa. Quando poi i ricercatori hanno somministrato ai topi di entrambi i gruppi delle sostanze atte ad aumentare la pressione, i gruppi con la proteina P450 hanno mostrato un minore incremento della pressione e un minor danno renale.

«La nostra speranza è che questi risultati possano aiutare ad avanzare lo sviluppo di nuovi agenti in grado di abbassare la pressione arteriosa sfruttando questo meccanismo – spiega Carig Lee, del National institutes of Health’s national institute of Environmental health sciences, e autore dello studio – In particolare, speriamo che queste nuove terapie, se applicate a soggetti con problemi nello sviluppo del meccanismo che abbiamo scoperto, possano essere provate come efficaci nella diminuzione della pressione arteriosa. E da lì possano diventare una nuova efficace arma contro l’ipertensione».

Ma la speranza potrebbe essere ancora più grande. Questo meccanismo potrebbe in futuro essere di riferimento anche per terapie nel campo della malattia dell’arteria coronarica, nell’ictus e forse addirittura nel cancro. «Questo studio potrebbe offrire una speranza a tutte le persone in sovrappeso o geneticamente predisposte all’ipertensione – sostiene Gerald Weissmann del Faseb Journal – Grazie alla scoperta di questo meccanismo i ricercatori possono ora cercare di sviluppare nuovi farmaci non solo per l’ipertensione, ma anche per prevenire ictus e infarti».

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