Una metanalisi realizzata dai cardiologi americani dell’University Hospitals Case Medical Center, pubblicata da The Lancet Oncology, ha rilevato un aumento del numero di casi di tumore tra i pazienti in terapia con inibitori dei recettori per l’angiotensina (ARBs), farmaci comunemente usati per controllare l’ipertensione.
Gli autori hanno valutato diversi studi per un totale di oltre 60 mila pazienti randomizzati a terapia con ARBs o con un farmaco controllo. «Abbiamo osservato che con questi medicinali il rischio di nuovi tumori è aumentato dell’8-11%», riferiscono i ricercatori. In particolare, aggiunge, «la probabilità di cancro al polmone è cresciuta del 25%». Nessuna associazione è stata invece riscontrata fra terapia con ARBs e altri tipi di tumori, come ad esempio il cancro al seno. Gli autori sottolineano che è la prima volta che viene suggerita questa associazione, e che quindi dovrà essere confermata e invitano a non sospendere il trattamento, ma «discutere questi risultati con il proprio medico». Si dichiara «fortemente in disaccordo» Boehringer Ingelheim che, con una nota, ribadisce che il suo ARB, telmisartan, è un farmaco sicuro: «il positivo profilo di sicurezza del medicinale è confermato anche dal fatto che, sul mercato, telmisartan ha un’esposizione di 34,5 milioni di pazienti/anno». L’azienda, inoltre, evidenzia che le conclusioni della metanalisi «riguardano principalmente il braccio di combinazione telmisartan più ramipril», un antipertensivo appartenente alla famiglia degli ACE inibitori. Un’osservazione che porta l’azienda a concludere che «metanalisi di dati aggregati pubblicati hanno il loro valore nella ricerca scientifica. Ciononostante queste analisi hanno dei limiti ben noti, come la combinazione delle sintesi degli studi, piuttosto che l’analisi dei dati individuali dei pazienti».
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