La Commissione d’inchiesta sugli errori sanitari presieduta da Leoluca Orlando ha valutato 120 casi diversi in otto mesi di attività. «Nostro compito – fa sapere Orlando – non è quello di monitorare o inseguire i singoli casi. Siamo interessati a capire non tanto il chi, ma soprattutto il perché dell’errore. Indagare è compito della magistratura».

Un pool di medici, assicuratori e sindacati ha invece trattato 30 mila denunce l’anno, con una crescita del 200% dal ’94 al 2007. «Questi fascicoli, ad oggi, rappresentano il 5% delle denunce per responsabilità civile di cui si occupano le assicurazioni – commenta Roberto Manzato dell’Ania, l’associazione delle imprese di assicurazione – non sono che la punta dell’iceberg. Sono molti, infatti, i singoli medici, ma anche le strutture ospedaliere a non avere una copertura assicurativa e a scegliere di affrontare in proprio eventuali cause per episodi di malasanità. E’ il caso per esempio del policlinico Umberto I di Roma».

Proprio per tamponare i contenziosi e fare in modo che molte denunce si risolvano tra le mura della Asl arriverà, entro un anno, la figura del conciliatore. In alcune aziende lo stanno già formando e, probabilmente dopo l’estate, inizierà la sperimentazione. Un decreto approvato il 4 marzo 2010 prevede infatti l’introduzione di un “giudice di pace in corsia”, il conciliatore. Davanti ad una denuncia di errore sarà, infatti, d’obbligo tentare una mediazione prima di arrivare in tribunale. Questo, per alleggerire le aule giudiziarie e per accelerare i procedimenti che, oggi, vanno avanti per 8-10 anni.

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