I livelli sierici di triptasi, marker di attivazione delle mastcellule forse coinvolte nella patogenesi della fibrosi renale, si innalzano nei gradi più elevati di disfunzione dell’organo.
Lo dimostra per la prima volta uno studio spagnolo nel quale si è valutata la concentrazione ematica dell’enzima in 153 pazienti con malattia renale cronica (Ckd) e in 35 emodializzati. È risultato che i livelli di triptasi, oltre a essere più elevati negli uomini rispetto alle donne (12,4+/-7,6 ug/l vs. 10,2+/-8,4 ug/l), sono molto aumentati nei soggetti allo stadio 4 e 5 di Ckd e negli emodializzati rispetto ai pazienti agli stadi 1 e 2 della malattia. A un’analisi univariata, la triptasi è risultata correlata positivamente con urea, creatinina, potassio, acido urico, fosforo, ormone paratiroideo, omocisteina, fibrinogeno e proteinuria (p<0,01) e negativamente con calcio, albumina, clearance della creatinina, velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGfr) e creatinina nelle urine (p<0,01). Nei soggetti in dialisi, l’unica correlazione significativa riscontrata è stata con i valori di pressione arteriosa sistolica e diastolica. Dopo un’analisi di regressione multipla, è risultato che l’eGfr e la proteinuria sono fattori determinanti indipendenti dei livelli di triptasi. L’associazione degli alti livelli dell’enzima con i marker di diminuita funzione renale, commentano gli autori, fa pensare a un metabolismo diminuito o all’effetto negativo dell’infiammazione sulla velocità di filtrazione glomerulare.
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