Dopo aver valutato i dati epidemiologici degli ultimi 10 anni, l’Istituto superiore di sanità (Iss) ha aggiornato la carta del rischio cardiovascolare
di Nicola Miglino
Secondo quanto annunciato nell’ambito della IV Conferenza nazionale sulla prevenzione cardiovascolare in Italia, appena conclusasi a Roma e promossa da Anmco, Fondazione “Per il tuo cuore”- Hcf e Iss, l’aggiornamento è stato possibile grazie all’inclusione nel database del “Progetto Cuore” della coorte dell’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare arruolata nel 1998. Ciò ha permesso di arrivare a un numero complessivo di soggetti monitorati pari a 10.233 uomini e 15.895 donne di età compresa tra i 35 e i 74 anni, sui quali sono stati raccolti e validati 932 eventi coronarici (233 fatali) e 471 cerebrovascolari (152 fatali) occorsi in un tempo mediano di 10 anni. L’aggiornamento della carta contiene un quinquennio in più (70-74 anni) rispetto alla precedente effettuata nel 2003.
«Dai dati – si legge in una nota Iss – emerge che, dal 1998 al 2008, negli uomini si rileva un aumento significativo di obesità, dal 19% al 25%, e sindrome metabolica, dal 24 al 28%. Si riduce fortunatamente l’abitudine al fumo, dal 31% al 24%, mentre nelle donne obesità, sindrome metabolica e diabete rimangono ai livelli, pur sempre alti, del ’98, ovvero, rispettivamente 24, 22 e 8%». Le variazioni riguardano in modo particolare il livello socio-economico più basso, dove si raddoppiano i valori della prevalenza di diabete (16% nel livello socio-economico più basso, 6% in quello più elevato), sindrome metabolica (33% vs 17%), obesità (32% vs 19%), la prevalenza di ipertesi non trattati rimane alta (24% contro il 18%) e l’abitudine al fumo rimane elevata (23%). È stato possibile costruire funzioni di rischio specifiche per uomini e donne e per fasce di età 35-54 anni e 55-74 anni (età, pressione arteriosa sistolica, colesterolemia – compreso il ruolo protettivo del c-Hdl – abitudine al fumo e diabete). Sono in corso analisi di approfondimento per valutare il ruolo predittivo della glicemia considerata come fattore continuo.
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