Attraverso la mendace attestazione in ordine all’insussistenza di condizioni di incompatibilità rilevanti ai fini dell’assunzione a tempo pieno all’interno dell’Azienda Ospedaliera, risultano integrati gli artifici e i raggiri costitutivi del delitto di truffa, finalizzati ad ottenere indebitamente la corresponsione delle retribuzioni per il periodo di durata del rapporto di lavoro. In proposito, la Suprema Corte ha chiarito che configura il delitto di truffa aggravata il fatto del pubblico funzionario che abbandona il posto clandestinamente, celandolo a chi avrebbe dovuto esserne al corrente, per compiere un’attività incompatibile, nell’orario impegnato, con le incombenze sue proprie, inducendo in tal modo la pubblica amministrazione a ritenere erroneamente che le mansioni proprie del suo dipendente fossero da questi regolarmente espletate e che, quindi, avesse titolo alla retribuzione. (Avv. Ennio Grassini -www.dirittosanitario.net)
Tags: Diritto
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