Una recente e completa review sui disordini mieloproliferativi fa il punto sulle attuali conoscenze fisio-patologiche che li caratterizzano, offrendo spunti pratici per il management di tali patologie che sono in significativo aumento
I punti chiave evidenziati all’inizio della trattazione sono i seguenti:
- policitemia vera, trombocitemia essenziale e mielofibrosi primaria sono disturbi clonali della cellula staminale ematopoietica pluripotente che determinano un aumento delle rispettive popolazioni mature da sole o in combinazione (Fig.1)
- le manifestazioni cliniche di questi disturbi sono molto differenti e possono essere rappresentati da un’aumentata frequenza di trombosi arteriose e venose, dalla fibrosi del midollo, da una ematopoiesi extramidollare (splenomegalia) o dalla trasformazione in leucemia acuta
- esiste una difficoltà diagnostica a causa della sovrapposizione delle manifestazioni cliniche tra questi 3 disordini con altre patologie ematologiche e fra di loro, situazione questa conosciuta come mimetismo fenotipico
- la specifica peculiarità di ogni singola entità dei disturbi mieloproliferativi è importante a causa delle differenze delle loro singole storie naturali che condizionano la prognosi e la terapia
- nelle malattie croniche mieloproliferative si verifica una mutazione attivante (V617F) di JAK2, una tirosina chinasi utilizzata dai recettori delle cellule ematopoietiche per la eritropoietina, per la trombopoietina e per il fattore di stimolazione delle colonie di granulociti, con il risultato di iperstimolare i recettori di trasduzione delle singole popolazioni cellulari; tale mutazione caratterizza dal punto di vista molecolare le 3 entità sopradescritte (Tabella 1)
- il risultato della mutazione della JAK2 V617F comporta una amplificazione della attivazione costitutiva del normale segnale di trasduzione con un aumento della emopoiesi normale, modificato in misura variabile da meno ben definite influenze genetiche ed epigenetiche
- la Policitemia vera, la più comune delle 3 patologie si caratterizza per una singola, specifica alterazione del percorso di attivazione dell’eritroblastogenesi con il risultato di una eritrocitosi assoluta
- la Trombocitemia essenziale, invece, non ha un unico fenotipo clinico perché una trombocitosi isolata può anche essere la caratteristica di presentazione clinica della policitemia vera o della mielofibrosi primaria.
I risultati preliminari delle sperimentazioni cliniche con agenti che inibiscono la tirosina chinasi mutata segnalano una riduzione della splenomegalia e l’attenuazione degli altri sintomi correlati, quali la sudorazione notturna, la stanchezza ed il prurito.
Ann Intern Med 2010;152(5):300-306.
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