- Brunetta, invio online certificati malattia da metà novembre
- Aumenta a 7 ore reperibilità assenze malattia
- Peculato per visita senza rilascio di ricevuta
- Grasso pericardico per predire rischio cardiovascolare
- Diabetici: colesterolo e albuminuria predicono cancro
- Embolia polmonare, troponina non predittiva di morte
- Governo clinico, nuove norme per la dirigenza medica
- Pubblicato dall’Agenzia delle Entrate l’Annuario del Contribuente 2009
Brunetta, invio online certificati malattia da metà novembre
Da metà novembre l’invio dei certificati di malattia dei dipendenti pubblici all’Inps potrà avvenire anche per via telematica, e da gennaio solo secondo la modalità online. E’ una delle novità del decreto legislativo di attuazione della legge 15, che riforma la Pubblica amministrazione, sottolineate oggi dal ministro Renato Brunetta durante una conferenza stampa sull’assenteismo.L’invio dei certificati sarà spedito direttamente dal medico o dalla struttura sanitaria pubblica all’Inps; l’ente a sua volta lo invierà, sempre per via telematica, all’amministrazione di appartenenza del lavoratore. Il sistema telematico di trasmissione partirà praticamente subito, anche se è prevista una fase di transizione nel corso della quale potranno essere utilizzate sia la modalità tradizionale sia quella telematica. Saranno applicate sanzioni in caso di inosservanza degli obblighi di trasmissione online.
Aumenta a 7 ore reperibilità assenze malattia
Continua l’azione del ministro per la Pubblica amministrazione contro ” i comportamenti opportunistici” dei dipendenti pubblici, in particolare degli assenteisti
Da metà novembre le fasce orarie di reperibilità a casa aumenteranno di nuovo passando dalle attuali 4 a 7 ore, quindi dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. Un provvedimento che si è reso necessario, secondo il ministro che monitora mese per mese questi dati nelle pubbliche amministrazioni, in quanto le assenze per malattia, a partire da agosto, hanno registrato un trend in crescita che continua ad aumentare: +16,7%, a settembre +24,2% e i primi dati provvisori di ottobre confermano la tendenza. Un andamento registrato a partire da quando, “dopo aver rilevato a luglio di quest’anno, con grande soddisfazione, la riduzione delle assenze in salita del 54% sul 2007 e di un 10% sul luglio 2008, ho commesso il primo errore decidendo di ritornare alla fascia oraria originaria di 4 ore pensando che il dato fossero ormai strutturato e che i comportamenti opportunistici fossero rientrati”. E’ quanto ha spiegato lo stesso Brunetta, durante una conferenza stampa in cui ha illustrato le nuove misure per la lotta all’assentesimo nel pubblico impiego. Brunetta ha deciso dunque di tornare al rigore, anche se le fasce saranno portate a 7 ore e non più alle 11 previste dal decreto 112 (8-13 e 14-20), che “ha stretto le maglie del fenomeno assenteismo con la trattenuta della componente accessoria del salario (quella legata alla presenza e alla produttività) che già esiste nel comparto privato”. La nuova reperibilità cui saranno chiamati i lavoratori del pubblico impiego sarà operativa da metà novembre, ha annunciato Brunetta che attende la pubblicazione, sabato prossimo sulla Gazzetta Ufficiale, del decreto legislativo di attuazione della riforma della pubblica amministrazione, firmato ieri dal capo dello Stato. “La legge infatti dà al ministro la facoltà di modificare ancora le fasce”, che comunque dovranno essere definite con apposito decreto.
Peculato per visita senza rilascio di ricevuta
Il codice penale prevede e sanziona il reato di peculato in capo al pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria. Ha chiarito la Suprema Corte, che anche il medico convenzionato, pur non potendosi qualificare dipendente pubblico, riveste la qualità di pubblico ufficiale per la parte della sua attività inerente al versamento delle somme che, in base alle norme vigenti in materia di attività intramoenia, sono dovute all’azienda sanitaria; sicché bene è configurabile il reato di peculato nella ipotesi in cui tale soggetto si appropri di porzioni di somme ricevute dai pazienti. (Avv. Ennio Grassini – www.dirittosanitario.net).
Grasso pericardico per predire rischio cardiovascolare
Il grasso pericardico predice l’incidenza di patologie coronariche indipendentemente da fattori di rischio convenzionali, compreso l’indice di massa corporea (Bmi). È quanto emerge da alcuni dati pubblicati su American Journal of Clinical Nutrition. Ricercatori americani della Wake Forest University School of Medicine, Winston-Salem, tra i 6.800 individui inseriti nel trial Mesa (Multi-Ethnic Study of Atherosclerosis) e i 147 partecipanti Mesa che avevano avuto problemi coronarici tra il 2000 e il 2005, ne hanno selezionato in maniera random 998. In breve, analisi di tomografia computerizzata hanno evidenziato una correlazione positiva del grasso pericardico sia con l’indice di massa corporea (coefficente di correlazione=0,45) sia con la circonferenza vita (coefficente di correlazione= 0,57). In aggiunta, l’aumento del grasso pericardico e non quello del Bmi è apparso associato al rischio di malattie coronariche (hazard relativo per incremento di un’unità di standard deviation= 1,33 e 1,00; rispettivamente). Correlazione che continua a essere significativa anche dopo le opportune correzioni per Bmi e altri fattori di rischio cardiovascolare. Infine, la circonferenza vita solo marginalmente appare associata a tale rischio. (L.A.). American Journal of Clinical Nutrition 2009, 90, 499-504
Diabetici: colesterolo e albuminuria predicono cancro
Individui affetti da diabete di tipo 2 e con bassi livelli di colesterolo Ldl e albuminuria risulterebbero esposti a un rischio più elevato di cancro. Questi risultati, ottenuti da ricercatori della Chinese University di Hong Hong, si accompagnano però all’evidenza che l’impiego di statine possa ridurre tale rischio. L’indagine pubblicata su Diabetes Care ha coinvolto 3.793 naive al trattamento con statine e 1.483 pazienti che hanno assunto statine per un periodo medio di 5,2 anni. Nei naive, la copresenza di bassi livelli di colesterolo Ldl e albuminuria sono risultati associati a un incremento di 2,8 volte del rischio di sviluppare patologie tumorali (hazard ratio= 2,77). Considerando, invece, la coorte totale di pazienti diabetici, coloro che non hanno fatto riscorso a statine e presentavano concentrazioni di Ldl colesterolo inferiori a 2,80 nmol/l e bassa albuminuria, hanno mostrato un aumento di 4,9 volte dell’incidenza di cancro rispetto agli utilizzatori di statine in presenza o meno dei due fattori di rischio. (L.A.). Diabetes Care 2009, 32, 10, 1826-1832
Embolia polmonare, troponina non predittiva di morte
Il riscontro di elevati livelli di troponina (Elt) in pazienti con embolia polmonare acuta sintomatica (Epas) non permette di distinguere i soggetti ad alto o basso rischio di mortalità. È quanto emerge da una revisione qualitativa della letteratura presente in Medline ed Embase dal 1980 fino al 2008, con selezione di nove studi, relativi a 1.366 pazienti normotesi con Epas. Quasi un quarto dei soggetti analizzati (27,6%) aveva Elt. Su 377 di questi, 60 (15,9%) sono deceduti, rispetto a 34 su 989 (3,4%) con normali livelli di troponina. La metanalisi, però, ha mostrato solo un lieve incremento nel tasso di Elt nei pazienti che sono morti, rispetto al tasso di Elt nei soggetti sopravvissuti (rapporto di verosimiglianza positivo, 2,26), così come ha evidenziato solo un lieve decremento nel tasso di livelli non elevati di troponina (Nelt) nei soggetti deceduti, rispetto al tasso di Nelt nei pazienti sopravvissuti durante il follow-up a breve termine (rapporto di verosimiglianza negativo, 0,59). Gli autori concludono che la rilevazione di Elt si conferma associata a eventi avversi, ma non permette di stratificare i pazienti con Epas per decidere chi debba ricevere un trattamento più aggressivo, come una trombolisi, o chi vada inviato a un servizio di cure domiciliari. (A.Z.). Chest, 2009; 136:974-982
Governo clinico, nuove norme per la dirigenza medica
Pensionamento a settant’anni, abolizione dei limiti alla libera professione, nomina dei primari e stipendi dei direttori generali. Sono molte le novità per la dirigenza medica italiana contenute nel testo del Ddl sul governo clinico, passato ieri al parere delle commissioni parlamentari competenti. Lo si legge su Il Sole 24 Ore
«Pensionamento a settant’anni – si legge sul quotidiano economico – per tutti i dirigenti medici e sanitari del Ssn, nonostante la “rottamazione” firmata da Brunetta. Lo “strappo” è contenuto nel testo del Ddl sul governo clinico (C799 e abb.) appena trasmesso dalla commissione Affari sociali della Camera al parere delle commissioni competenti, prima dell’invio in aula».
«In pista – continua l’articolo – c’è anche la definitiva abolizione di qualsiasi ostacolo all’esercizio della libera professione per i dirigenti medici e sanitari, che potranno svolgere l’attività privata anche in studio o nelle strutture non convenzionate con il servizio pubblico. Le procedure saranno disciplinate dalle Regioni che dovranno “salvaguardare” il ruolo istituzionale del Ssn: chi ha scelto di mantenere il rapporto in esclusiva (e la relativa indennità) potrà dedicare alla libera professione un impegno orario massimo pari al 50% di quello prestato in azienda».
«Novità – si prosegue nella lettura – anche per i direttori generali e primari. Per i primi sono previsti nuovi criteri di nomina e valutazione dell’aumento dello stipendio: il Dg dovrà guadagnare almeno il 20% in più dei proprio primari. Di questi ultimi si aggiornano le procedure di nomina: la terna di nomi tra cui il Dg dovrà scegliere sarà selezionata da una commissione composta dal direttore sanitario e da due esperti sorteggiati da un elenco regionale dei primari della stessa disciplina».
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