- Tribunale di Treviso : nesso causale tra frattura e conseguente trombosi
- Rottamazione fuori dal decreto anticrisi
- Convenzionati ASL: lavoratori autonomi o pubblici?
- PCR non predice rischio cardiovascolare
- Ricercatori identificano un nuovo meccanismo di riparazione delle cellule del DNA
- Accolta richiesta Favo: Brunetta modifica fasce di reperibilita’
Tribunale di Treviso : nesso causale tra frattura e conseguente trombosi
La sussistenza del rapporto di causalità, va esclusa, ai sensi della teoria scientifica, tra l’incidente stradale occorso alla vittima e la trombosi venosa profonda determinata dalla frattura riportata a seguito del sinistro: in quanto se è certamente vero e possibile, da un lato, anche e soprattutto da un punto di vista clinico, che la trombosi venosa profonda a carico dell’arto sinistro di Tizio – causata (quale conditio sine qua non) dall’incidente stradale di cui era stato responsabile il convenuto – sia stata la causa scatenante dell’embolia polmonare che ha provocato il decesso, è altrettanto vero che l’evento, al momento della condotta, era tutt’altro che prevedibile come conseguenza verosimile di essa, secondo la miglior scienza ed esperienza del momento storico. Fonte: Dirittosanitario.net
Rottamazione fuori dal decreto anticrisi
Retromarcia del Governo che ha rimosso dal Decreto Anticrisi la norma che prevedeva il pensionamento dei dirigenti con 40 anni di anzianità contributiva
“Contrariamente al testo reso noto al termine del Consiglio dei ministri il 26 giugno scorso – scrivono in una nota congiunta le sigle sindacali mediche e veterinarie – si è voluto lasciare in vigore le norme stabilite dalla legge delega sul pubblico impiego che invece fissano come limite per il pensionamento, da parte dell’azienda, i 40 anni di servizio effettivo”, ricordano. “Ci auguriamo che questo sia l’ultimo atto – sottolinea dunque l’intersindacale medica e veterinaria – e che cali il sipario sui tentativi di modificare una norma voluta dal Parlamento e anche dal Governo. Vigileremo sull’iter parlamentare del decreto legge per scongiurare, con tutti i mezzi ulteriori, eventuali manovre volte a modificare la normativa in vigore.
“Finalmente – ha commentato Stefano Biasioli presidente nazionale della Cimo-Asmd – una buona notizia per i medici. “Ora ci aspettiamo una normativa che definisca una volta per tutte l’età pensionabile dei camici bianchi, indipendentemente dalla funzione e dalla tipologia del rapporto di lavoro. Insomma, regole unificate per tutti: medici dipendenti, convenzionati, universitari”, conclude Biasioli. Nonostante questo, che l’Intersindacale giudica un successo frutto anche della protesta in atto, “permangono tutte le ragioni iniziali per la manifestazione unitaria delle organizzazioni sindacali della dirigenza medica e veterinaria del 9 luglio a Roma contro il decreto Brunetta”. La nota è a firma Anaao Assomed; Cimo Asmd; Aaroi; Fp Cgil Medici; Fvm; Federazione Cisl Medici; Fassid; Fesmed; Federazione Medici Uil Fpl.
Convenzionati ASL: lavoratori autonomi o pubblici?
In un regime di convenzionamento tra U.S.L. e sanitari privati, la presenza di alcuni tratti caratterizzanti propri del lavoro subordinato non è sufficiente a trasformare il rapporto convenzionale in rapporto di pubblico impiego. Nelle ipotesi di parasubordinazione è implicita infatti la presenza di alcuni degli elementi che caratterizzano il rapporto di lavoro subordinato, come l’inserimento nella organizzazione dell’ente, l’osservanza di vincoli di orario ed il pagamento periodico; se poi il rapporto di collaborazione coordinata e continuativa si protrae per anni, è normale che i tratti distintivi rispetto al lavoro subordinato si attenuino. Ma ciò, di per sé, non è sufficiente a negare ai rapporti in questione la qualità di rapporti di natura non subordinata. (Avv. Ennio Grassini – www.dirittosanitario.net).
PCR non predice rischio cardiovascolare
Attualmente non è giustificato effettuare uno screening dei marcatori contemporanei, come la PCR, in aggiunta alla valutazione dei fattori di rischio cardiovascolare convenzionali per la previsione degli eventi futuri in comunità. L’utilità di questi nuovi marcatori in questo senso è stata a lungo oggetto di dibattito, con alcuni studi a favore ed altri contro, ma non sempre questi studi sono stati statisticamente ineccepibili. I nuovi marcatori aggiungono di fatto qualche ulteriore elemento alla valutazione, ma non tanto da giustificarne lo screening in ogni adulto. Chiaramente, c’è ancora molto da scoprire sulla PCR e sul suo ruolo nelle malattie cardiovascolari, ma è necessario superare gli studi osservazionali per comprendere meglio come utilizzare questo marcatore in ambito clinico: attualmente non è chiaro chi dovrebbe essere sottoposto a screening della PCR, ed in caso di valori elevati, chi dovrebbe essere trattato, e non lo è nemmeno se esaminare tutti o soltanto le popolazioni a rischio sarebbe conveniente. (JAMA 2009; 302: 49-57, 92-3 e 37-48).
Ricercatori identificano un nuovo meccanismo di riparazione delle cellule del DNA
Un team internazionale di ricercatori ha scoperto un nuovo modo in cui il DNA ripara se stesso, si tratta di un processo che non solo protegge il genoma ma che previene lo sviluppo del cancro. Le scoperte, pubblicate sulla rivista Nature, mostrano come gli elementi di meccanismi noti si combinano con un secondo metodo non collegato il cui contributo alla riparazione del DNA era prima sconosciuto. Queste scoperte sono un risultato del progetto CHEMORES (“Meccanismi molecolari alla base di resistenza alla chemioterapia, fuga terapeutica, efficacia e tossicita’”), finanziato dall’UE, che ha come obiettivo il miglioramento della cura del cancro ottenendo una maggiore conoscenza dei meccanismi della resistenza alla chemioterapia. Sostenuto con 8,71 milioni di euro in finanziamenti, CHEMORES fa parte dell’area tematica “Scienze della vita, genomica e biotecnologia per la salute” del Sesto programma quadro (6ø PQ). Secondo gli autori, le proteine tipo alchiltransferase (ATL) controllano il nuovo metodo di riparazione del DNA. La struttura e la funzione delle ATL era rimasta un mistero e i ricercatori le avevano identificate solo in lieviti e batteri. Ma le ALT esistono anche nell’anemone di mare - un organismo multicellulare - hanno dichiarato i ricercatori. Quindi questa proteina o i suoi cugini, in termini di attivita’ di riparazione, potrebbe esistere in altre specie come gli umani, hanno aggiunto. “Abbiamo trovato un collegamento tra i processi di riparazione del DNA conosciuti di cui non si sapeva niente,” ha spiegato il professor John Tainer dello Skaggs Institute for Chemical Biology presso lo Scripps Research Institute negli Stati Uniti, che ha condotto questo studio. “Questo cambia le carte in tavola e ci da’ qualcosa di importante da ricercare nei casi di cancro resistenti alla chemioterapia.” Fonti esterne, comprese la luce ultravioletta (UV) e le radiazioni, danneggiano il DNA di una cellula, come lo danneggiano le attivita’ continue all’interno della cellula. I ricercatori hanno detto che la maggior parte dei danni riguarda le basi del DNA di adenina, citosina, guanina e timina che si accoppiano dentro la doppia elica del DNA (adenina e timina, citosina e guanina). Secondo i ricercatori, si possono usare vari metodi per modificare chimicamente queste basi. Un modo e’ tramite alchilazione; un gruppo alchilico (o “addotto”) viene trasferito su una base di guanina. Una volta che cio’ accade, un legame di idrogeno che tiene citosina e guanina viene rimosso, aumentando efficacemente la probabilita’ che la timina sia inserita attraverso la guanina durante la replicazione del DNA. Un gene mutato emerge quando il DNA si replica con questo errore di “transizione”, che a sua volta altera l’informazione, e potrebbe portare a risultati dannosi tra cui il cancro o la morte della cellula. Un esempio e’ il fumo di sigaretta che si attacca alla guanina. E’ a questo punto che entra in azione il meccanismo di riparazione del DNA. Lo studio ha mostrato che il processo di riparazione del DNA che rimuove le “lesioni” tossiche si chiama “riparazione della base” e usa la proteina 06-alchilguanina DNA-alchiltransferase (AGT) per rimuovere il gruppo alchilico prima che il DNA si replichi. Quello che succede – secondo i ricercatori - e’ che la proteina inserisce un “dito chimico” dentro il DNA per spingere la guanina danneggiata fuori dalla struttura ad elica del DNA, in modo che il suo addotto sia esposto e possa essere trasferito dalla guanina ad una parte della struttura della sua proteina. La guanina si ripara e si riunisce con la citosina con tre legami di idrogeno che le collegano. I ricercatori hanno spiegato che mentre si pensa che la AGT agisca da sola, la riparazione per escissione dei nucleotidi (nucleotide excision repair o NER) usa una serie di proteine nel suo percorso. Questa riparazione avviene quando grossi addotti che sono attaccati alle basi alterano la forma levigata dell’elica del DNA. A questo punto entrano in scena un gruppo di proteine che rimuovono il rattoppo di basi compreso l’addotto; il polimerasi del DNA (un enzima che catalizza la formazione di nuovo DNA a partire da un filo di DNA esistente) si attiva, riempie il vuoto e aggiunge la base corretta. “L’espulsione di una base tramite ATL e’ come un interruttore che attiva il percorso del NER, che in seguito rimuove l’addotto alchilico dalla guanina,” ha detto la prima autrice Julie Tubbs dello Scripps Research. “Crediamo quindi che un ATL agisca da ponte che collega i due meccanismi di riparazione del DNA ‘base e NER’ “, ha aggiunto. “E’ un meccanismo sorprendentemente generale per incanalare uno specifico danno della base nel processo generale NER.” Allo studio hanno partecipato anche ricercatori provenienti dall’universita’ di Manchester e dall’universita’ di Newcastle-upon-Tyne nel Regno Unito.
Accolta richiesta Favo: Brunetta modifica fasce di reperibilita’
La FAVO esprime viva soddisfazione per l’approvazione della nuova disciplina delle fasce di reperibilita’ in malattia Comunicato stampa F.A.V.O. 1/07/2009 l Capo dipartimento della Funzione Pubblica, Cons. Naddeo ha comunicato alla FAVO che il Decreto salva crisi approvato dall’ultimo Consiglio dei Ministri lo scorso 26 giugno, contiene una norma che riduce le fasce di reperibilita’ in malattia per i pubblici dipendenti a quattro ore al giorno (dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19) equiparandola alla disciplina prevista per l’impiego privato. La FAVO esprime viva soddisfazione per l’approvazione della nuova disciplina delle fasce di reperibilita’ in malattia frutto anche dell’intenso lavoro di collaborazione con il Ministero diretto dal Prof. Brunetta al quale la FAVO aveva segnalato il forte disagio percepito dai malati di cancro a causa del precedente regime orario di reperibilita’. La collaborazione tra il Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione e la FAVO aveva gia’ prodotto ottimi risultati con l’emanazione della circolare 1/2009 con la quale, come affermato dal Cons. Naddeo, “Sono state prioritariamente date alle Amministrazioni indicazioni circa le modalita’ di espletamento del controllo dell’assenza per malattia tramite richiesta di visita del medico fiscale, evidenziando come l’Amministrazione, nei casi di assenza dal servizio per sottoposizione a cicli di cure oncologiche, possa valutare l’opportunita’ di procedere alla richiesta di visita fiscale solo se sussistano effettive necessita’ di verifica”.
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