Il clopidogrel è un farmaco che si è dimostrato efficace nel ridurre morbilità e mortalità nei pazienti con sindrome coronarica acuta (SCA). Gli inibitori di pompa protonica (PPI) sono farmaci frequentemente utilizzati nella terapia medica di pazienti con malattie cardiovascolari con lo scopo di realizzare una gastroprotezione per ridurre l’insorgenza di emorragie digestive. Tuttavia, studi clinici preliminari hanno dimostrato la possibilità che gli inibitori di pompa protonica possano ridurre l’efficacia del clopidogrel attenuandone  l’azione antiaggregante piastrinica. In questo ampio studio sono stati valutati in maniera retrospettiva oltre 8.000 pazienti con SCA. Di questi il 64% assumeva PPI ed il 36% no. L’incidenza nel follow-up di morte o riospedalizzazione per SCA è risultata decisamente più elevata nel gruppo trattato con PPI rispetto ai controlli (29.8% vs 20.8%). Il rischio era attribuibile in grande misura alla riospedalizzazione e non all’eccesso di mortalità. Inoltre, in un gruppo di pazienti che assumeva PPI, ma non clopidogrel, non vi è stato nessun incremento di mortalità e di  riospedalizzazioni per SCA. Questi risultati sono stati confermati con diversi modelli di analisi statistica. Questo è il primo studio clinico che conferma dati preliminari di laboratorio sulla possibilità che i PPI riducano gli effetti antipiastrinici del clopidogrel attenuandone gli effetti benefici, possibilmente attraverso un’interazione con il Citocromo P450. Da questo studio non emergono dati relativi ai singoli PPI. In conclusione l’uso di clopidogrel e PPI dopo la dimissione per SCA è associato ad un rischio incrementato di outcome avverso, in particolare riospedalizzazione per SCA, rispetto al solo utilizzo di clopidgrel. Questo studio suggerisce la possibilità di utilizzo dei PPI nei pazienti con SCA e trattamento con clopidogrel a più alto rischio di emorragie gastrointestinali e non solo come semplice profilassi.   (JAMA 2009;301:937-44)

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