Qualche anno fa esplose la polemica, che finì anche sulla stampa non medica, circa la minore efficacia degli Antagonisti recettoriali dell’Angiotensina II (ARBs) nel prevenire l’infarto del miocardio (IM), in confronto agli ACE-Inibitori. Alcuni ricercatori arrivarono addirittura ad affermare che gli ARBs potessero aumentare il rischio di IM (Strass, Circulation 2006), forse per un ruolo negativo della stimolazione degli AT2r da parte di una residua frazione di Angiotensina II non legata in pazienti cronicamente trattati con ARBs (Levy :Circulation 2004; Steckelings:  Peptides 2005). Seguirono alcune metanalisi che non confermarono questi dati allarmanti, ma i risultati non sono al momento completamente chiari. Fortunatamente negli ultimi due anni sono comparsi importanti studi che hanno confrontato gli ARBs con altri trattamenti; alla luce di questi nuovi studi Massimo Volpe ha valutato gli effetti del trattamento a base di ARBs sul rischio di IM e di morte (cardiovascolare e per tutte le cause), rispetto alla terapia convenzionale ed al placebo.

In un follow-up medio di 3,3 +/- 1.1 anni, è stato riscontrato un totale di 2.374 casi di IM su 53.208 pazienti trattati con ARBs e 2.354 casi di IM su 53.153 pazienti di controllo [OR: 95% CI: 1,008 (0,950-1,069)]. Il rischio di IM non è risultato diverso quando veniva testato in differenti condizioni cliniche quali l’ipertensione, l’elevato rischio CV, lo stroke, la malattia coronarica, la malattia renale e lo scompenso. In particolare non sono state osservate differenze nel rischio di IM fra il trattamento con ARBs e rispettivamente
·         placebo[OR 95% CI 0,944 (0,841-1,060)]
·         betabloccanti e diuretici [OR 95% CI 0,970 (0,804-1,170)]
·         calcioantagonisti  [OR 95% CI 1,112 (0,971-1,272)]
·         ACEI [OR 95% CI 1.008 (0,926-1,099)] Anche le  analisi dei trial che hanno confrontato una terapia basata su ARBS + ACEI  vs altri trattamenti o placebo non hanno mostrato differenze significative del rischio di IM [OR 95% CI 0,996 (0,896-1,107)]. Sulla base di questa ampia metanalisi gli autori concludono che il rischio di IM, mortalità CV e per tutte le cause,  in un ampio  range di malattie cardiovascolari, è del tutto simile per gli ARBs e gli altri farmaci, compresi gli ACEI. (Journal of Hypertension: May 2009 – Volume 27 – Issue 5 – p 941-46).

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