Messo a punto un esame in grado di rivelare, con un semplice prelievo di sangue da una donna incinta e il conteggio, nel campione ottenuto, delle cellule fetali, la presenza nel feto di malattie cromosomiche, prima fra tutte la sindrome di Down, senza dover ricorrere dunque a esami invasivi quali l’amniocentesi e la villocentesi. Si tratta dello “SmarTest” realizzato dall’Istituto di scienze neurologiche (Isn) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). “Partendo dall’evidenza, riportata in letteratura e confermata dalle nostre ricerche, che il numero di cellule fetali circolanti nel sangue materno nei casi di gravidanze con feti affetti da patologie cromosomiche e’ maggiore di circa sei volte rispetto ai casi di gestazioni normali - ha spiegato Enrico Parano dell’Isn-Cnr – negli ultimi anni, abbiamo affinato le nostre metodiche di separazione e riconoscimento di queste cellule, cosi’ da poterle identificare e ‘contare’ con maggiore facilita’ attraverso sistemi computerizzati. All’origine di questo aumento numerico, la maggiore permeabilita’ della barriera feto-placentare nei casi di aneuploidia (variazione del numero dei cromosomi) fetale, con conseguente maggiore passaggio di cellule nel circolo materno. Un’altra possibile spiegazione che stiamo valutando considera che, a causa della loro anomalia, le cellule con aneuploidie vadano piu’ facilmente incontro ad autodistruzione (apoptosi) con conseguente maggiore passaggio transplacentare”. L’Isn-Cnr ha condotto uno studio, il “Cnr multicenter project on fetal cells from maternal blood”, che prevede isolamento, analisi e conta delle cellule fetali in numerosi campioni di sangue provenienti da gestanti in cui l’amniocentesi aveva identificato la presenza di un feto affetto da sindrome di Down e, contestualmente, di sangue di donne con feti sani. “Lo studio, coordinato dall’Isn-Cnr ha precisato Parano - ha visto la partecipazione centri sia in Italia che all’estero, tra i quali, il dipartimento di Pediatria dell’Universita’ di Catania; il dipartimento di Medicina sperimentale, Genetica medica dell’Universita’ La Sapienza di Roma; l’unita’ di Diagnosi prenatale del dipartimento di Ostetricia e ginecologia dell’Universita’ Federico II di Napoli; l’istituto di Istologia ed embriologia medica dell’Universita’ di Bologna; la divisione di Genetica umana della Kanazawa Medical University di Ishikawa (Giappone); il dipartimento di Neuroscienze, UMDNJ di Newark (Usa). Attualmente stiamo approfondendo alcuni aspetti istopatologici dei fenomeni che portano a maggiore distruzione, in presenza di aneuplodia, delle cellule fetali. Inoltre, da qualche mese abbiamo avviato anche lo studio e l’approfondimento di ulteriori tecniche di identificazione delle cellule fetali tramite indagini spettroscopiche”. La metodica di screening, brevettata come “SmarTest” (Simple, maternal, antenatal, rapid test), potra’ essere impiegata in maniera routinaria con costi (50-100 euro per campione) e tempi tecnici (24-48 ore dal prelievo) ridotti per la diagnosi delle principali malattie cromosomiche e per la sindrome di Down.
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