Le modalità di presentazione clinica dell’endocardite infettiva si sono modificate nel 21° secolo? Questa è la domanda a cui ha cercato di dare una risposta l’International Collaboration on Endocarditis – Prospective Cohort Study in un interessante articolo recentemente pubblicato sugli Archives of Internal Medicine.

Lo studio, prospettico di coorte, ha interessato più di 2.700 pazienti arruolati in 58 ospedali di 25 Paesi del mondo a cui era stata diagnosticata una Endocardite Infettiva utilizzando i criteri di Duke modificati. Questi, in sintesi, i principali risultati:
-       i pazienti avevano una età mediana di 57,9 anni (range compreso tra 43,2 e 71,8 anni)
-       nel 77% dei casi l’ospedalizzazione è avvenuta entro 1 mese dall’insorgenza dei sintomi di malattia
-       nel 72,1% dei casi il processo infettivo ha interessato una valvola nativa
-       le valvole maggiormente colpite sono state la mitrale (41,1%) e l’aortica (37,6%), che tra l’altro presentavano segni ecocardiografici di fenomeni degenerativi con insufficienza valvolare rispettivamente in oltre il 40% ed il 25% dei casi
-       solo nel 3,3% dei pazienti vi era una valvulopatia “reumatica”
-       nell’11,1% dei casi  l’emocoltura è risultata negativa
-       quelle positive hanno evidenziato in oltre l’80% la presenza di un Gram +, in primis lo Stafilococco Aureus (31,2%), a seguire lo Streptococco Viridans (17%), gli Stafilococchi Coagulasi negativi (11%) e lo Streptococcus Bovis (6%). Fra i Gram – gli Enterococchi erano i predominanti (10% della casistica globale). Nel 2% dei pazienti la patologia era sostenuta da un infezione micotica
-       le principali complicanze sono state lo Scompenso cardiaco (32,3%),  l’Embolizzazione Periferica (22,6%), lo Stroke (16,9%) e gli Ascessi Intracardiaci (14,4%)
-       il ricorso alla cardiochirurgia è stato elevato (48,2%)
-       la mortalità intraospedaliera, nonostante i progressi dell’antibioticoterapia, è rimasta elevata (17,7%) e rispettivamente condizionata dalle complicanze paravalvolari (OR 2,25), dalla presentazione con Edema Polmonare Acuto (OR 1,79), dall’infezione da Stafilococco Aureus (OR 1,54) o Coagulasi Negativo (OR 1,50), dalla presenza di Protesi Valvolari (OR 1,47) o di Vegetazioni Mitraliche (OR 1,34) e dall’età più avanzata (OR 1,30)
-       l’infezione da Streptococco Viridans e il ricorso alla cardiochirurgia erano rischi minori di mortalità (OR rispettivamente di 0,52 e 0,61).
(Arch Intern Med. 2009;169(5):463-473).

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