Il parere approvato il 4 marzo scorso dal Consiglio Superiore di Sanità, secondo cui tutti i neonati prematuri devono essere rianimati indipendentemente dalla settimana di gestazione, diventa un atto di indirizzo per i centri italiani di Ostetricia e Neonatologia. Ad annunciarlo è il ministro della Salute, Livia Turco. Ne parla il Corriere della Sera.

«Trasmetterò alle Asl, attraverso le Regioni, – ha dichiarato il ministro della Salute – quel testo che quindi assume le caratteristiche di linee guida per gli operatori. E’ stato espresso da un organismo di esperti, di tecnici. Non è una presa di posizione fine a se stessa, ma ha un valore operativo».

«Quindi – scrive il Corriere della Sera – per la rianimazione di queste minuscole creature niente limiti definiti sulla base del tempo gestazionale. Il medico deciderà se e come assisterli al momento del parto, evitando accanimento terapeutico e indipendentemente dal consenso dei genitori».

«Si tratta di una iniziativa unica – rileva il quotidiano milanese – Di solito i documenti del Consiglio, ora coordinato dal professor Franco Cuccurullo, vanno ad arricchire la letteratura di riferimento e, al massimo, orientano le scelte del Ministero. Stavolta invece il parere viene adottato per intero e trasformato in una nota informativa, come si chiamano adesso gli atti di indirizzo. Il contenuto rispecchia le posizioni garantiste già espresse dal Comitato nazionale di bioetica e dai docenti universitari di Ostetricia degli atenei romani».

«In questo caso – prosegue la Turco – la raccomandazione ha un doppio valore. Non solo espressione dell’autorità politica ma anche scientifica».

«Questa settimana o la prossima – conclude il Corriere della Sera – le Regioni potrebbero ricevere anche le linee guida della 194. Il ministro non ha infatti intenzione di fermarsi, anche se la Lombardia continuerà a dissociarsi, come è accaduto nell’ultima riunione della conferenza Stato-Regioni. La titolare della Salute è molto decisa e allo stesso tempo contrariata dall’atteggiamento del governatore Roberto Formigoni».

«Formigoni – dichiara in conclusione Livia Turco – prima ha appoggiato formalmente l’accordo, attraverso l’assessore alla sanità Borsani e al capo di gabinetto, e poi in sede tecnica ne ha preso le distanze in modo pretestuoso, senza argomenti. Dunque anche se la Lombardia non ci ripensa io tradurrò quell’atto in indirizzo del governo. Non basta un veto per fermarmi. Sono certa che altre Regioni lo faranno proprio con una delibera, come Liguria e Emilia Romagna».

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