Il capo che rimprovera in continuazione un dipendente, con toni pesanti e in presenza degli altri colleghi di lavoro, può incorrere in una condanna per mobbing. È la conclusione a cui è giunta la sentenza 6907 della Sezione lavoro della Cassazione di Milano. Informano brevemente della sentenza il Sole 24 Ore, la Stampa e la Repubblica.
«Un’azienda milanese – scrive il Sole 24 Ore – è stata condannata per mobbing perché una delle sue dirigenti aveva vessato per mesi una dipendente, con sanzioni disciplinari sproporzionate, fino al licenziamento. La dipendente, esasperata, aveva fatto causa al datore di lavoro. L’azienda deve pagare ora un risarcimento per danni biologici di 9.500 euro, perché eccessivi erano stati i provvedimenti disciplinari e il licenziamento della donna. La Cassazione ha anche imposto all’azienda di riassumerla».

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