E’ del tutto recente la pubblicazione su Archives of Surgery (2009, 144(1):69-76 ) di una esauriente review sul management dei pazienti antiaggregati che devono sottoporsi ad interventi chirurgici.

Dopo un’introduzione sul meccanismo d’azione dei farmaci antiaggreganti, gli AA. sulla scorta di una approfondita ricerca effettuata su PubMed, EMBASE ed i data-base della Cochrane (utilizzando i termini: antiplatelet agents in the perioperative period, antiplatelet agents and management of bleeding, drug-eluting stents and stent thrombosis, substitutes for antiplatelet agents e premature withdrawal of antiplatelet agents),  sulla base dei dati che dimostrano un rischio del 10% di eventi vascolari correlato alla sospensione della antiaggregazione, giungono alle seguenti conclusioni operative:
- anche se molti chirurghi impongono 10 gg di sospensione dell’ASA prima dell’intervento, l’acido acetilsalicilico non deve essere sospeso a meno che il rischio di sanguinamento non superi quello trombotico (riproponendo quindi l’annosa questione della stratificazione del rischio)
- il Clopidogrel può essere sospeso 5 gg prima dell’intervento chirurgico; nei pazienti che hanno recentemente ricevuto una stent coronarico “medicato” e che sono in “doppia antiaggregazione”, si consiglia di proseguire con la sola ASA
- per ripristinare una normale emostasi, gli inibitori della Glicoproteina II A, IIIB devono essere sospesi 12 ore prima della chirurgia. Nell’articolo si segnala anche che non esistono Linee Guida sul comportamento da tenere in caso di sanguinamenti postchirurgici correlati alla prosecuzione della terapia antiaggregante. Trasfusioni di piastrine, utilizzo del Fattore VII ricombinante e dell’Aprotinina sono comunque le opzioni possibili. (Arch Surg. 2009;144(1):69-76)

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