Un’elevata frequenza cardiaca a riposo è associata ad un incremento del rischio di infarto o mortalità per cause coronariche nelle donne. Diversi studi avevano già dimostrato questo rischio nel sesso maschile, anche tenendo conto di potenziali fattori interferenti come pressione e colesterolemia, ma è la prima volta che il concetto viene esteso anche alle donne. In ogni caso, soltanto le donne con 76 battiti al minuto o più sono esposte ad un significativo aumento del rischio, e comunque questo fenomeno non è associato ad un aumento del rischio di ictus. Se il medico verifica già la frequenza cardiaca come parte della normale procedura di valutazione del rischio cardiovascolare, tale fattore potrebbe aggiungersi a quelli considerati nella selezione dell’aggressività del trattamento: se un paziente è riluttante ad assumere farmaci per l’ipertensione o il colesterolo, tale atteggiamento potrebbe essere rivisto in presenza di un’elevata frequenza cardiaca a riposo. (BMJ online 2009, pubblicato il 4/2).
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