“Con un accordo bipartisan il Governo mette le mani in tasca ai medici. Facciamo appello ai parlamentari di maggioranza e opposizione affinché il Ddl Brunetta per la riforma del lavoro pubblico, all’esame della Camera, venga modificato”.

E’ la presa di posizione del segretario nazionale dell’Anaao Assomed, Carlo Lusenti, che annuncia “sin da ora” una forte azione sindacale per contrastare “un attacco forsennato alle condizioni economiche e di lavoro dei medici italiani e alla tenuta stessa del Servizio sanitario nazionale”. In particolare Lusenti chiede la soppressione della norma che prevede di destinare almeno il 30% della retribuzione al salario di risultato. “Questa disposizione, iniqua e ingiustificata – sottolinea in una nota il numero uno dell’Anaao – ridurrà drasticamente le retribuzioni attuali di medici e dirigenti sanitari, già largamente sottostimate provocando di conseguenza anche un gravissimo danno previdenziale e un forte impatto negativo sul sistema sanitario. Insieme alla ‘rottamazione’ discrezionale di medici e dirigenti sanitari con 40 anni di contributi, porterà il Ssn a un ‘impoverimento’ complessivo di competenze professionali dalle ricadute imprevedibili sulla quantità e qualità delle prestazioni erogate”. Lusenti non accetta che vengano “imposte per legge” norme di stretta competenza della contrattazione. “Il passaggio della retribuzione di risultato dal 5-6% attuale ad almeno il 30% – spiega – scardina l’architettura contrattuale, marginalizzando il ruolo delle organizzazioni sindacali e dell’Aran e segna una svolta statalista con una pesante interferenza del potere politico sulle prerogative sindacali, dopo aver offerto circa 90 euro netti medi mensili, senza arretrati, per il biennio 2008-2009. Un aumento – conclude Lusenti – del 3,2%, che non ripaga nemmeno l’inflazione già registrata nel 2008″.

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